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Restauro di un dipinto a olio su tela in precario stato di conservazione

Particolare del dipinto a luce radente prima del restauro

Il dipinto oggetto del restauro è un olio su tela del XVII secolo di proprietà privata raffigurante una crocifissione, opera di un anonimo artista veneto, alta 128 cm e larga 105.

Le condizioni di conservazione del dipinto erano molto precarie. L’aspetto più preoccupante risultava il distacco della preparazione, con il relativo colore, dal supporto. Molte scaglie di pellicola pittorica si trovavano sparse disordinatamente sulla superficie del quadro, altre si erano sovrapposte a causa della contrazione della tela oppure apparivano capovolte con la preparazione rossa a vista. Numerosi frammenti di minutissime dimensioni formavano piccoli cumuli di materiale soprattutto nella zona centrale del dipinto.

Il quadro, probabilmente privo da molto tempo del telaio ligneo di sostegno, si era contratto a causa delle variazioni termoigrometriche: ciò aveva implicato un dissesto nel pavimento pittorico con forti contrazioni superficiali e tensioni compressive che avevano comportato un maggiore distacco di materiale e la formazione di crettature con evidenti scodelle.

Particolare del dipinto prima del restauro.

Particolare del dipinto prima del restauro.

Particolare dell'angelo prima del restauro.

Particolare dell’angelo prima del restauro

La raffigurazione era difficilmente distinguibile per le cadute di colore oltre che per il notevole scurimento delle vernici protettive e il consistente deposito di particellato atmosferico su di esse.

I bordi della tela risultavano lacerati; sui margini superiore e inferiore erano presenti due strisce di carta dipinte sovrapposte e incollate alla lacunosa pellicola pittorica; si trattava di un vecchio tentativo di integrazione materica e pittorica che si era degradato a sua volta. Lungo il margine sinistro dell’opera era stato incollato dal retro uno scampolo di tessuto a tramatura più grossa rispetto a quella della tela originale per ampliare il bordo. Un intervento simile si notava sulla metà destra del bordo inferiore.

Il dipinto è stato realizzato su due pezze di tela ad armatura semplice cucite orizzontalmente.

Lungo il margine inferiore si notavano, senza l’ausilio di particolari strumentazioni, ridipinture eseguite a olio direttamente sulla tela ormai priva di preparazione. Centralmente, a breve distanza, insisteva una lacerazione a T alta 10 cm e larga 6; in diversi punti apparivano i fori di una chiodatura che insisteva direttamente sul colore originale del dipinto. Le deformazioni della tela seguivano le lacerazioni e la cucitura e formando onde disordinate in varie zone.

Sul retro era in atto un attacco fungino che aveva invaso anche la superficie pittorica; sono state osservate inoltre tracce di stucco bianco e grumi rappresi di stucco rosso attraversanti il supporto risalenti a precedenti interventi di restauro. Sul colore c’erano delle tracce lasciate incautamente da uno pneumatico transitato sull’opera posta presumibilmente sulla pavimentazione di qualche locale di servizio.

Agli ultravioletti si notava in particolare la forte fluorescenza delle vernici, in alcuni punti non più presente. Sulla mano sinistra del Cristo vi era una macchia tondeggiante dovuta al contatto dell’opera con una sostanza untuosa. Nelle vaste aree di tela a vista si vedevano le ramificazioni scure corrispondenti allo sporco infiltratosi nelle isole di colore poi cadute.Nell’angolo superiore destro del quadro c’era una zona meno deformata che corrispondeva a una toppa sul retro. Alcune cadute di colore seguivano un andamento rettilineo e si accompagnavano a graffi.

Il retro della tela risultava molto sporco e macchiato, si notavano: muffe, depositi di vario genere, gore, oltre a un consistente strato di polvere.

L’intervento di restauro:

E’ stata eseguita un’attenta spolveratura preliminare senza l’ausilio di aspiratori e con morbidi pennelli di piccola dimensione per evitare di rimuovere altre scaglie di colore; è stata rimossa la sgocciolatura di cera. Sono state rifinite le sfrangiature dei tagli, asportate le strisce di carta incollate sulla pellicola pittorica e rimosse le toppe sui bordi. E’ seguita la fermatura puntuale delle scaglie sollevate ancora in situ, mentre sono state ricollocate, ove possibile, quelle leggermente spostate previa imbibizione della parte con un veicolante per consentire la penetrazione per capillarità dell’adesivo. L’asciugatura e l’incollaggio dei frammenti è avvenuto sottopeso.

La superficie dipinta è stata protetta con la velinatura mentre una doppia velinatura è stata realizzata nelle zone con tagli e lacerazioni. E’ stato pulito e disinfettato il retro della tela. Sono state rimosse le cuciture presenti sotto le strisce di carta, utilizzate per legare le toppe alla tela originale.

E’ stata eseguita tre volte l’operazione di estensione della tela, ossia il tensionamento con carta da pacchi, per dare nuovamente la possibilità al colore di inserirsi negli spazi dai quali si era staccato. La fermatura del colore è avvenuta con dipinto in tensione sul telaio interinale.

La tela da rifodero, precedentemente sfibrata, è stata preparata con fungicida (antialghe per il controllo della microflora); successivamente è stata tirata nuovamente e collata.

Le piccole lacune della tela sono state stuccate a spatola dal retro, la cucitura è stata bloccata con organza di seta applicata a caldo con resina sintetica; lo stesso trattamento è stato eseguito sul taglio a T e sulle piccole lacune del supporto con organza preparata con adesivo termoplastico.

La foderatura con colla di pasta è stata eseguita secondo il metodo fiorentino. E’ stato realizzato un nuovo telaio ligneo ad espansione ed è stata montata la tela sul telaio protetto a cera.

Alle prove dei solventi è seguita la pulitura della superficie pittorica in più fasi successive. Sono state asportate le ridipinture a olio e gli spessori di colla dal colore.

Sull’intero bordo esterno dipinto è emersa, durante il restauro, una ridipintura verde-azzurra che celava parte della pittura originale che è stata riportata alla luce dopo la pulitura. Si è potuto constatare in seguito che questi bordi erano estremamente rovinati: molto probabilmente vennero ricoperti di pittura proprio per camuffarne lo stato.

Sono stati rimossi spessi e resistenti stucchi rossi emersi al di sotto della vernice ossidata e delle ridipinture con una soluzione solvente addensata in gel lasciata agire in più riprese per ammorbidirli secondo tempi stabiliti in base a un test preliminare; è seguito un assottigliamento degli stessi a bisturi dopo ogni applicazione. Gli innumerevoli stucchi in questione (ne sono stati contati circa 160), risalenti a un precedente intervento di restauro, coprivano estese aree sotto le quali non era più presente la pellicola pittorica originale.

E’ stata eseguita la stuccatura con l’imitazione di superficie, sono state realizzate delle basi a tempera con tecnica mimetica nelle zone ricostruibili (ossia quelle zone nelle quali la ricomposizione del disegno mancante non dà luogo a interventi arbitrari) ed è stato eseguito un ritocco a tratteggio con “astrazione cromatica” in corrispondenza delle ampie stuccature sulla figura inginocchiata in primo piano (dove l’asportazione delle vernici, delle ridipinture e soprattutto degli stucchi rossi, ha rivelato una pellicola pittorica estremamente lacunosa e non più ricostruibile).

Il dipinto infine è stato verniciato, ritoccato con i colori a vernice e protetto sui bordi con carta da pacchi.

Particolare del dipinto dopo il restauro

Particolare del dipinto dopo il restauro

Particolare di un angelo dopo il restauro

Particolare di un angelo dopo il restauro

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Un recupero interessante

Il dipinto a olio su tela raffigurante un ritratto, giunto nel laboratorio con numerosi problemi di conservazione, è un’opera di Philippe Felix Dupuis (1824-1888), risalente al 1884, firmata e datata nel margine superiore destro del quadro. Dell’artista si può ricordare la raffigurazione del pittore e scultore vittoriano Lord Frederic Leighton (1830-1896) risalente al 1880, custodito nel Leighton House Museum and Art Gallery di Londra.
Il degrado più evidente di questa tela prima del restauro era un grande sbiancamento che insisteva in alto al centro e sulla mano sinistra del personaggio effigiato corrispondente all’asportazione disomogenea di vernici ormai fortemente ingiallite e altri materiali aggiunti, dovuto all’uso improprio di solventi in un vecchio tentativo di pulitura.
Il supporto presentava diverse lacerazioni -almeno 16- anche di grandi dimensioni; la maggiore, ad andamento orizzontale, raggiungeva i 45 cm.
Sul retro della tela erano state applicate una dozzina di toppe per evitare l’apertura delle lesioni.
Lungo i bordi del dipinto vi era una ridipintura bianca che copriva la preparazione: l’opera era infatti provvista di un telaio ad espansione non originale ormai fortemente degradato adattato al quadro e non adeguato alla sua reale dimensione.
E’ stata riscontrata la presenza di muffe e depositi di vario genere sul supporto; alcuni bordi della tela erano stati tagliati oppure si erano strappati; evidenti apparivano i segni della struttura lignea di sostegno impressi sulla pellicola pittorica.

Insieme alla crettatura da invecchiamento erano presenti delle crettature a chiocciola dovute a urti -rese più evidenti dalle alterazioni nella forma del tessuto- nonchè piccole deformazioni causate da traumi occorsi su entrambe le superfici.
Al di sotto degli spessi strati di vernice sono apparse durante l’intervento diverse stuccature e ridipinture.
Il restauro del dipinto ha previsto: una pulitura con solventi addensati in gel eseguita in più fasi per l’asportazione graduale delle vernici aggiunte e delle ridipinture, previo opportuni test; la rimozione delle toppe; la pulitura del verso e la disinfezione dello stesso; la resezione degli stucchi strabordanti sulla pellicola pittorica; la fermatura del colore; il risanamento delle lacerazioni; la foderatura; la sostituzione del telaio; la stuccatura; il ritocco con colori reversibili e la verniciatura.
Per le fotografie complessive dell’opera prima e dopo il restauro si rimanda all’album sugli esempi di lavori svolti.

 
Particolare del dipinto prima del restauro (in alto/a sinistra) e dopo il restauro (in basso/a destra).
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Sondaggio web e cultura

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Fiera del restauro di Ferrara 2010

Sarò presente al Salone dell’arte e del restauro di Ferrara dal 24 al 27 marzo nel padiglione 3 Stand A4-C5 con una presentazione video dell’attività su pannello informativo multimediale, nonchè sul catalogo dell’evento fieristico e sulla brochure di riferimento.
Per informazioni sulla fiera: http://www.salonedelrestauro.info
 
 
 
Planimetria del quartiere fieristico di Ferrara con il dettaglio dello stand
 
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Avviso per i clienti

Faccio presente alla gentile clientela che d’ora in poi 
 i preventivi verranno ricalcolati in caso di danneggiamenti provocati da incauti trasporti: le opere hanno difatti bisogno in tal caso di ulteriori interventi di restauro che comportano nuove spese. Si prega dunque di porre la necessaria attenzione per la consegna dei manufatti e si suggerisce di consultare preventivamente la scrivente per i consigli a riguardo.
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Completato il restauro della scultura di San Francesco Saverio

La scultura, giunta nel laboratorio in uno stato di conservazione molto critico, è stata restaurata e ha rivelato nuovi interessanti aspetti sulla tecnica esecutiva (per le osservazioni preliminari al restauro cfr: http://glicine222.spaces.live.com/blog/cns!65A2C73CFFE6336E!152.entry). Rimossi i materiali non pertinenti, come superfetazioni di carta velina, ridipinture, sgocciolature di cera, sporco coerente misto a sostanze grasse, etc. l’opera è stata risanata e pulita internamente, è stato eseguito un trattamento antitarlo e sono stati ricuciti i lembi lacerati di tessuto. Le profonde lesioni aperte del panneggio sono state fatte combaciare e successivamente risaldate e sono state consolidate le innumerevoli scaglie mobili di preparazione.

Le porzioni mancanti sono state ricostruite con materiali reversibili.

La pulitura della base ha portato alla luce, sotto due strati di ridipintura, una bella decorazione a imitazione di un marmo rosso nonché l’argentatura meccata delle modanature.

Le mani, alleggerite da diversi strati di ridipinture, hanno recuperato il loro valore plastico e le delicate cromie originali con lievi sfumature rosate sulle nocche e sui polpastrelli, chiare lunette sulle unghie e  intonazioni azzurrate delle vene.

Il Crocifisso che il santo regge nella mano sinistra ha riacquisito luce ed espressività dopo le operazioni di consolidamento, pulitura, ricostruzione delle parti mancanti, stuccatura, ritocco e verniciatura.

L’aureola che appariva inizialmente nera, sottoposta a pulitura e a un trattamento per l’eliminazione delle ossidazioni del metallo, si è rivelata d’argento originariamente meccato.

Da un frammento originale di carta stampata adoperato per realizzare la cartapesta della veste si è potuto risalire al periodo di esecuzione dell’opera databile ai primissimi anni del ‘900: interessante documento è il testo che riporta una prescrizione medica di un professore di patologia chirurgica della Regia Università di Napoli per la cura di una malattia allora molto diffusa.

Per visualizzare alcuni particolari prima del restauro: http://cid-65a2c73cffe6336e.skydrive.live.com/browse.aspx/.res/65a2c73cffe6336e!122?ct=photos

 

Ringrazio quanti hanno contribuito alla buona riuscita del lavoro.

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AVVISO

Vorrei far presente ai neolaureati e neodiplomati delle scuole di restauro che purtroppo non ho la possibilità di assumere dipendenti. In casi particolari collaboro con altri restauratori rilasciando le relative certificazioni oppure organizzo tirocini pratici senza retribuzione. Apprezzo molto i vostri curriculum ma non posso fare altro, mi dispiace!
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Completato il restauro della “Pietà”

Il dipinto su tela è stato ricollocato dopo il complesso intervento nella Chiesa Madre del Cimitero Comunale di Benevento.
Riporto l’articolo di oggi (19 dicembre 2008) del giornale "Il Sannio Quotidiano". Ringrazio la committenza e quanti hanno contribuito a rendere possibile questa piccola-grande impresa.
Per leggere l’articolo: http://cid-eddf11d7687f79f4.skydrive.live.com/self.aspx/L%7C4articolo e ingrandire l’icona.
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